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L'obiettivo dichiarato, dunque, è quello di colmare un gap. Prima di tutto, allora, si tratta di evidenziare che un gap effettivamente c'è: un concavo giustifica un convesso che lo colmi. Ecco perché, anzitutto, Bondi si impegna a sottolineare l'importanza di un filosofo che in Italia è conosciuto soltanto come autore di un'opera fondamentale sul fenomeno erotico, "L'Amour et l'Occident" (1939). Chi si trovasse a visitare i palazzi europei di Strasburgo, in effetti, rimarrebbe stupito di imbattersi in una statua monumentale a lui dedicata. Il filosofo della passione celebrato come padre dell'Europa? Ecco che allora, ad un'analisi appena più approfondita, si verrebbe a scoprire che Rougemont non solo fu l'autore di uno dei volumi più citati del Novecento, ma anche il relatore della Commissione culturale del Congresso dell'Aia nel 1948, e addirittura il presidente della prima Tavola Rotonda del Consiglio d'Europa,nel 1952. È dunque possibile stabilire un possibile comune denominatore tra questi due orientamenti del suo pensiero, l'erotico e il politico? Bondi lo trova nella filosofia della persona, fondamento saldo e perenne di tutta la successiva costruzione teoretica del filosofo di Neuchâtel.